Oggi inizia il triduo per la festa di San Francesco.
La Parola di Dio ci parla di temi molto cari al poverello d'Assisi:
Umiltà, Povertà, Carità, Pace e Perdono.
"La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il Regno di Dio. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino." (Luca 10, 2-11)
Questo brano fu letto da Francesco d'Assisi ai suoi fratelli mentre stava ancora cercando delle indicazioni per quella che poi divenne la Regola del suo Ordine.
Aprì il Vangelo a caso (era un'usanza del tempo) per chiedere al Signore ciò che Egli volesse da lui.
Nel brano il Cristo sembra mandarci nel mondo come agnelli in mezzo ai lupi... come sprovveduti e indifesi in mezzo ai nemici.
Non è proprio così.
Il buon pastore non teme i lupi per il suo gregge; i suoi discepoli non sono mandati per essere una preda, ma per diffondere la grazia.
La sollecitudine del buon pastore fa sì che i lupi non possono intraprendere nulla contro gli agnelli.
Li manda nel mondo perché si realizzi questa parola: "Il lupo e l'agnello pascoleranno insieme" (Is 65, 25).
Ai discepoli mandati è stato dato l'ordine di non prendere il bastone per il viaggio. Cos'è il bastone se non l'insegna del potere, lo strumento che vendica il dolore? Perciò quello che l'Umile Signore ha prescritto, i suoi discepoli lo compiono nel praticare l'Umiltà.
Infatti li manda a seminare la Fede, non per forza, bensì per mezzo dell'insegnamento. Non dispiegando la forza del loro potere, bensì esaltando la dottrina dell'Umiltà.
E ha ritenuto bene unire l'Umiltà alla Pazienza, come testimonia Pietro: "Oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta" (1 Pt 2, 23).Questo equivale a dire: "Siate i miei imitatori, lasciate perdere il gusto per la vendetta, rispondete ai colpi dell'arroganza non rendendo il cattivo modo di agire, bensì mostrando una Pazienza piena di bontà. Nessuno deve imitare personalmente ciò che rimprovera negli altri; la mitezza infligge colpi più duri agli insolenti".
Il Signore ha risposto a tale colpo dicendo: "Se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra" (Mt 5, 39)
Il Signore vi dia Pace!