Allora mi vennero in mente le fedi che ancora portiamo al dito io e lui.
Così una volta, tornando dal lavoro, e passando vicino all'orefice, mi sono detta - si potrebbe vendere, perché no, la mia fede. (Stefano non se ne accorgerebbe, non esistevo quasi più per lui... Mi era diventato indifferente).
Quella volta allora decisi di entrare. L'orefice guardò la vera, la soppesò a lungo sul palmo e mi fissò negli occhi. E poi decifrò la data scritta dentro la fede.
Mi guardò nuovamente negli occhi e la pose sulla bilancia... poi disse:
"Questa fede non ha peso, la lancetta sta sempre sullo zero e non posso ricavarne nemmeno un milligrammo d'oro.
Suo marito deve essere vivo - in tal caso nessuna delle due fedi ha peso da sola - pesano solo tutte e due messe insieme.
La mia bilancia d'orefice ha questa particolarità, che non pesa il metallo in sé, ma tutto l'essere umano e il suo destino".
Ripresi con vergogna l'anello e senza una parola fuggii dal negozio.
Da allora tornavo a casa per altre vie.
E solo oggi, di nuovo.... ma la saracinesca era abbassata...
(Karol Wojtyla - La bottega dell'orefice)
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